Programma elettorale 2021-2026



PROGRAMMA ELETTORALE LISTA CIVICA L'ALTRA ESTE

Beatrice Andreose sindaca

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PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2021/26 

 

PREMESSA: CAMBIAMO “ARIA”

 

Centralità della transizione ecologica

I cambiamenti climatici oggi impongono a tutti la transizione verso un modello economico e sociale sostenibile.

Porre l’ambiente al centro delle strategie amministrative consente al Comune di conseguire importanti opportunità di sviluppo sociale ed economico.

Obiettivo principale di chi amministra deve essere la promozione della qualità della vita in città e il miglioramento delle performance ambientali quali la salvaguardia delle funzioni ecologiche del suolo, il potenziamento del sistema del verde e delle reti ecologiche, la promozione della mobilità sostenibile, la riduzione delle emissioni inquinanti e la trasformazione della città di Este in Comune a rifiuti zero che punta alla riduzione significativa dei rifiuti prima che al loro riciclaggio, come indicato dall'Unione Europea. 

 

In sostanza, proponiamo una città in transizione verso assetti più ecologici e di maggiore inclusione ed equità sociale.

L’obiettivo della sostenibilità richiede la capacità di assumere come prioritari la salute e il benessere degli abitanti (fine ultimo delle diverse strategie e politiche). Ciò significa che bisogna operare sia sulle trasformazioni fisiche (ecologia urbana, bioarchitettura, risparmio energetico, fonti rinnovabili, salvaguardia degli spazi aperti e delle funzioni ecologiche del suolo, potenziamento del sistema del verde e delle reti ecologiche, mobilità sostenibile, disinquinamento e riduzione delle emissioni inquinanti, riciclo dei rifiuti, agricoltura urbana e periurbana…) che su quelle economiche e sociali (partecipazione attiva degli abitanti, accessibilità e potenziamento dei servizi, cambiamento degli stili di vita e delle abitudini di consumo, inclusione sociale, infrastrutture digitali, promozione di nuove attività economiche e produttive, nuova occupazione destinata ai giovani, parità di genere) favorendo in particolare la crescita di nuove economie di comunità che la transizione ecologica in atto sta producendo.

 

Buon Governo, Trasparenza e Partecipazione

È di prioritaria importanza un’azione di ricucitura di quei fili istituzionali, economici, sociali e culturali, essenziali per restituire alla città il ruolo che merita.

Il metodo di governo che proponiamo fa leva su alcune parole chiave:

  • la trasparenza negli atti e nell’accesso agli atti amministrativi

  • l’ascolto e la partecipazione che, insieme alla maturazione delle decisioni in un dialogo continuo della città con l’Amministrazione, è pre-condizione essenziale per la condivisione di buone decisioni. 

 Per trasformare l’ascolto in reale strumento per la condivisione delle decisioni, si prevede l’istituzione di percorsi partecipati che coinvolgano Associazioni, Categorie, Comitati, Quartieri sulle decisioni più rilevanti che l’Amministrazione prenderà. Ad esempio sulle scelte urbanistiche più importanti, sulla destinazione delle numerose aree in disuso come l’ex ospedale cittadino o la ex scuola media Zanchi.

-Un nuovo Regolamento sui rapporti tra l'Amministrazione comunale e le diverse forme associate.

Inoltre, per le Associazioni che si rendono disponibili ad avviare attività di cura dei beni comuni saranno previste forme di sostegno con, ad esempio, fornitura di beni, servizi, detassazione comunale e/o contributi.  

 

Rivisitazione del bilancio 

Nel prossimo quinquennio riteniamo necessario mettere in discussione la struttura portante del Bilancio Comunale di Este da troppi anni ormai dipendente dalle entrate Sesa. Ogni singola voce può essere messa in discussione, drasticamente ridotta o drasticamente aumentata anche se in realtà sappiamo bene che ci sono voci difficilmente modificabili (costo del personale, trasferimenti da Stato e Regione, pagamento di mutui, etc..) e ci sono vincoli esterni da rispettare .

Ciononostante riteniamo che il bilancio comunale degli ultimi anni, sia frutto di una fase storica e di un modello di sviluppo al tramonto, per questo è necessario ricostruirlo secondo nuovi criteri che siano in linea con il cambiamento che la nostra lista propone.

Politiche ambiziose che vanno in direzione della salute e della qualità della vita dei cittadini dipendono da scelte di non ordinaria amministrazione sul bilancio comunale, come riuscire a sostituire le entrate da nuove urbanizzazioni o quelle derivanti dalla società compartecipata Sesa con entrate diverse o con risparmi di spesa. Per implementare le entrate sarà fondamentale la partecipazione a bandi nazionali ed europei, con l'ausilio di progettisti esperti, in modo particolare per aggiudicarsi i "fondi strutturali e di investimento europei" (come previsto dalle Politiche di coesione 2021-2027 e dal Consiglio Europeo), che sono finanziamenti ad hoc  per innovazione, transizione ad un'economia 0 emissioni e inclusione sociale. Proponiamo dunque di avviare una vera e propria opera di smontaggio, analisi e rimontaggio del bilancio, eseguito da una commissione ad hoc allo scopo di proporre nuove soluzioni di politica economica comunale da discutere poi in forme partecipate con i cittadini.

In fase di elaborazione del Bilancio Comunale, organizzeremo  incontri, per aree tematiche, tra gli Assessori di riferimento e le Associazioni, fornendo loro per tempo tutta la documentazione atta a rendere comprensibili e trasparenti i bilanci.

 

 

 

1. LOTTA ALL’INQUINAMENTO, MOBILITÀ SOSTENIBILE, ENERGIA

 

Lotta allo smog

 Ogni anno nella Penisola sono oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili (in particolare il Pm2,5), gli ossidi di azoto (in particolare l’NO2) e l’ozono troposferico (O3). Da un punto di vista economico,  parliamo di diverse decine di miliardi all’anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro/anno) tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse. L’area più colpita in Italia dal problema delle micropolveri é la Pianura Padana ed Este vi rientra a pieno titolo. Ad ESTE le polveri sottili (PM10) nel 2020 hanno totalizzato 72 superamenti del limite giornaliero (50 μg/m3) da non superarsi per legge più di 35 giorni in un anno. 

Vanno poi sommati quelli dell’ozono: 40 superamenti, sempre nel 2020, del limite per la protezione della salute umana (120μg/m3) da non superarsi più di 25 giorni all’anno. In tutto ben 112 giorni di aria avvelenata ovvero un quadro allarmante per la qualità dell’aria che respiriamo con danni alla salute dei cittadini, bambini e fasce più deboli in primis. 

 

Mobilità sostenibile

Le città cambiano ma la mobilità urbana rimane sempre la stessa: nuove arterie stradali, numerose rotonde e sempre più parcheggi, tutti al servizio delle auto. Sono ben 35.500 quelle che entrano in città ogni giorno.

Eppure è ormai ampiamente dimostrato che la bicicletta, data una seria e razionale rete ciclabile (che ad oggi nella nostra città conta appena 8500 metri) è economica, ecologica, salutare per il fisico, fa risparmiare tempo negli spostamenti e nella necessità di parcheggio, facilita la socialità, riduce i rumori e i pericoli, In particolare nelle aree dove può sostituire l’uso quotidiano dell’auto. Scoraggiamo l’accesso in macchina alle aree centrali, riducendo i parcheggi su strada e aumentando il prezzo della sosta. A Este dieci anni fa era stato introdotto il bike sharing ma evidentemente l'amministrazione uscente non ci ha creduto troppo, visto che lo ha letteralmente mandato al macero. In quanto alle piste ciclabili, le poche esistenti versano in uno stato di abbandono, sono spesso utilizzate per sosta selvaggia delle auto o interrotte da inopportuni pali della luce proprio quando sarebbe necessario proseguissero (vedi quella che da via Ca Mori porta al Ponte delle Grazie e che si interrompe quando irrompe su via principe Amedeo).

Ci vuole ben altro impegno e convinzione per garantire una città pedonabile.

Poiché le strade, soprattutto quelle del centro di Este, sono piuttosto strette è necessario pensare a ciclabili ricavate lateralmente alle corsie carrabili e con lo stesso senso di marcia. 

 

 Riqualificazione Energetica 

Il rapporto 2020 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sulla qualità dell’aria evidenzia che il riscaldamento abitativo è una componente importante, assieme alla mobilità, delle fonti che producono PM 10 e PM2,5. Misure di stimolo al risparmio energetico negli edifici diventano improrogabili, soprattutto per creare un nuovo volano per il settore edilizio basato sulla riconversione energetica del parco immobili esistente e non sulla cementificazione di nuovo territorio.

 Il mercato attuale propone numerose tecnologie per la costruzione di nuovi edifici a bassissimo consumo, oltre alla possibilità di intervenire sugli edifici esistenti con modifiche e complementi strutturali i più vari possibili (coibentazioni, isolamenti, schermature solari…). Il tutto con la garanzia di giungere ad un livello di comfort notevole ed un risparmio sensibile in termini di costi di bolletta.

  Da evidenziare che le agevolazioni fiscali, confermate anche per il 2022, rendono le spese di riqualificazione energetica un ottimo investimento in termini di rimborso. Ciò soprattutto nei condomìni, in quanto consentono ai condòmini di cedere la propria quota di detrazione alle imprese coinvolte nella realizzazione degli interventi. Ciò permette di ottenere così uno sconto immediato.

  Possiamo pertanto affermare che la riqualificazione energetica degli edifici permette di rivalutare commercialmente il patrimonio edilizio esistente.

 

Le nostre proposte

Ci impegneremo nei prossimi cinque anni per:

-   L'attivazione di un autobus elettrico che colleghi tra loro tutte le parti della città e i comuni limitrofi, finanziato con gli introiti dei parcheggi in città, con le multe della polizia municipale e con gli auspicabili finanziamenti del PNRR per il trasporto pubblico locale;

-    “Ciclabilità diffusa” sensi unici “eccetto bici” dove il codice stradale lo permette;

- Eliminazione del parcheggio in piazzetta Trieste;

-  Realizzazione di isole pedonali ed aree verdi attrezzate nei quartieri e nelle frazioni;

- Eliminazione del passaggio dei camion delle cementerie, davanti le mura del castello marchionale in pieno centro storico;

- Massima riduzione dei giorni inquinati entro 4 anni partendo da subito con un piano strategico multisettoriale che preveda anche obiettivi a lungo termine (2030) secondo quanto previsto dalle nuove politiche europee;

- Riduzione del 30% delle emissioni della CO2 al 2026 attraverso la riqualificazione edilizia degli edifici ed impianti pubblici utilizzando nuove tipologie di contratti per finanziare gli interventi;

- Approvazione del regolamento edilizio di sostenibilità che preveda regole e facilitazioni per traghettare la riqualificazione energetica degli edifici privati supportando nei prossimi due anni il provvedimento nazionale denominato “ Superbonus al 110%”;

- Adeguata informazione ai cittadini, associazioni di categoria, amministratori di condominio e progettisti attivando sportelli informativi;

- Potenziamento delle politiche sugli spostamenti casa-scuola e casa- lavoro: piedibus, bici, bus elettrico (tenendo conto anche delle esigenze di distanziamento necessarie per contenere nuove ondate di Covid-19);

- Controllo del rispetto del regolamento per utilizzo stufe a pellet o legna e caminetti;

- Adozione di azioni per ridurre l’inquinamento elettromagnetico: l’autorizzazione degli impianti deve prevedere un percorso partecipativo con gli abitanti dell’area interessata e garantire controlli ambientali ed edilizi;

- Azioni di riduzione dell’inquinamento luminoso in città.

 

 Verde e consumo di suolo

 La nostra lista si impegna per lo stop al consumo di suolo e per l’aumento del verde pubblico. Al contempo si impegna per il miglioramento della capacità di drenaggio delle aree impermeabilizzate convertendo un'area asfaltata , ad esempio, un parcheggio, in una pavimentazione maggiormente permeabile che permetta un migliore drenaggio delle acque piovane, limitando e drenando il loro reflusso in rete fognaria, diminuendo così il rischio di allagamenti.

 

Le nostre proposte

- Promuoviamo sistemi di raccolta delle acque piovane che, se raccolte, possono diventare una risorsa. Filtrata e conservata può essere impiegata per diversi usi come lo scarico dei WC e l'irrigazione di aree verdi;

- Manutenzione “gentile” degli argini;

- Prati pubblici rasati due volte l’anno e dopo la fioritura;

- Corridoi per api con fiori disseminati negli spazi verdi per aumentare il numero di insetti impollinatori;

- Rivitalizzazione del canale Bisatto come corridoio ecologico della nostra città;

- Controllo e adeguamento degli orti urbani, prevedendo una maggior informazione sulla loro esistenza e sulle modalità di richiesta (bandi comunali) e rendendo facilmente reperibili le informazioni sul sito del Comune;

 - Realizzazione di parchi urbani (vedi paragrafo successivo).

 

 Parchi in centro e nei quartieri

Este è caratterizzata per la maggior parte della sua estensione da pochi spazi verdi pubblici realmente fruibili e da ampie superfici asfaltate ed edificate, privando così la maggioranza dei cittadini delle innumerevoli benefiche funzioni - ecologiche, socializzanti, ricreative, sportive, per citarne alcune - delle aree verdi.

L’edificazione unita al traffico, durante le ondate di calore estive aumentano ulteriormente la temperatura. Da anni ormai anche ad Este, durante l'estate, si crea la cosiddetta isola di calore urbana. Per contrastarne gli effetti è importante aumentare il verde, dai parchi ai viali alberati. Se a Este ci fossero più piante, più aree verdi, meno impermeabilizzazione del suolo, ci sarebbero temperature meno elevate. È infatti particolarmente efficace l'effetto refrigerante degli alberi che rinfrescano l'ambiente non solo mediante l'evapotraspirazione da parte delle foglie, ma anche attraverso l'ombra proiettata al suolo. Non va dimenticato poi l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico grazie al filtraggio da parte delle foglie.

 

Le nostre proposte

Realizzare tre parchi, uno in entrata ad Este, area ponte di San Pietro, l'altro nell'area archeologica di via Olmo oggi inutilizzata e un terzo nell’area ex Enel, dismessa ormai da anni. Proponiamo inoltre la creazione di aree verdi fruibili in tutte le frazioni: attrezzate, ludiche e per il benessere a misura di ogni età.

Avvieremo infine uno studio per verificare la possibilità ed i costi dell’istituzione di una “cintura verde” attorno ad Este, e se sarà possibile inizieremo a realizzarla. Tutte le città che si sono dotate di questa "cintura" hanno un clima più favorevole perché, in assenza di vento vero e proprio, si forma tra la zona verde, più fresca, e quella cementificata, più calda, un venticello termico.

  Il nostro impegno sarà approvare una variante urbanistica del verde entro la fine del 2024.

 

2. RIFIUTI: DA PROBLEMA A RISORSA

I rifiuti sono un problema se gestiti con la vecchia logica del modello di crescita che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo e alla fine l’abbandono, presupponendo così che le risorse siano infinite, economiche e a basso costo di smaltimento.
L'Unione Europea, con la direttiva quadro 2008/98/CE, ha delineato una precisa gerarchia per una corretta gestione dei rifiuti. Tale direttiva è stata recepita in Italia con il Dlgs 205/2010 in cui, in particolare, l'articolo 4 (modifiche dell'articolo 179 del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006), al comma 1, stabilisce le priorità secondo cui deve essere gestita qualsiasi frazione merceologica dei rifiuti, compresa la Frazione organica dei Rifiuti solidi Urbani (FORSU).

Secondo l’UE la gestione dei rifiuti deve avvenire nel rispetto della seguente gerarchia: 1) prevenzione; 2) riutilizzo; 3) riciclaggio; 4) recupero di altro tipo, ad esempio il recupero di energia; 5) smaltimento. Le prime tre azioni previste in ordine di importanza dalle linee guida comunitarie riguardano il recupero di materia, il recupero di energia è solo al quarto posto per importanza. Lo troviamo invece al primo posto nell’attività imprenditoriale di SESA. 

 

Le nostre proposte

1. La messa in atto di incentivi fiscali per utenze domestiche e non, finalizzati alla riduzione della produzione di rifiuti e al miglioramento della raccolta differenziata, come ad esempio, la tariffazione proporzionale alla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti e agevolazioni per il compostaggio domestico;

2. Riduzione della tassa rifiuti per i cittadini di Este e aumento dei servizi Sesa.

Cercare di portare S.E.S.A. al rispetto di questo programma è un nostro obiettivo primario, obiettivo che già nel corso di questi anni abbiamo perseguito con una costante e puntuale denuncia delle criticità ambientali che il “metodo S.E.S.A.” di smaltimento dei rifiuti ha creato e crea nel nostro territorio.

 

L’impatto ambientale prodotto da Sesa

L’inquinamento e gli altri problemi causati da Sesa merita un serio approfondimento che si trova alla fine del programma.

 

3. SALUTE E OSPEDALE

 

La lezione del Covid

Il tema della salute è strettamente collegato a quello dell’inquinamento e il Covid ce lo ha dimostrato. Per i nostri cittadini che tanto hanno sofferto per la trasformazione dell’Ospedale M.Teresa di Calcutta in ospedale Covid è importante ottenere un'assistenza continuata anche in caso di pandemia. Per questo ci impegneremo affinché la Regione nei prossimi anni assicuri alla Bassa Padovana livelli di cura adeguati nel tempo, potenzi la medicina di prossimità e la telemedicina che permette di monitorare il malato a distanza.

Oltre che per il malato, il vantaggio è della sanità. Un letto ordinario in nosocomio costa mediamente 600 euro contro i 60 del servizio a casa. Per finanziare questa riforma sanitaria sono presenti nel PNRR 4 miliardi, altri 4 si aggiungeranno per il potenziamento della telemedicina. Se questa organizzazione fosse stata omogenea e efficace su tutto il territorio regionale sarebbero stati evitati tanti ricoveri a persone positive lievi che avrebbero potuto venire trattate a casa senza intasare l’ospedale.

 

Ospedali riuniti Padova Sud

Sono troppi i segnali che stanno concretizzando il rischio di un pesante ridimensionamento degli Ospedali riuniti Padova Sud che serve una popolazione di 180.177 persone (73.333 famiglie ). Anche la riapertura del Pronto Soccorso e degli altri reparti per le patologie non Covid-19 avvenuta a fine giugno 2021 è, di fatto, una riapertura parziale, poiché sul potenziale di 377 posti letto, ne sono stati messi in funzione solo 220.

 A nostro avviso, appare purtroppo altamente probabile una recrudescenza dell’epidemia Covid-19, collegata alle diverse “Varianti” e conseguentemente il rischio di ritrovarci in una nuova emergenza sanitaria, va tenuto in debita considerazione.

 

Le nostre proposte

I comuni, in primis quello di Este, devono chiedere con decisione all’U.L.S.S. n. 6 di:

  • Garantire il pieno servizio presso gli Ospedali riuniti Padova Sud e l’erogazione di tutte le prestazioni precedentemente erogate con il recupero di tutti gli interventi chirurgici, di tutti gli esami e di tutte le prestazioni ambulatoriali programmate nel periodo di sospensione delle attività e non già eseguiti, conservando e rispettando le classi di priorità.

  • Potenziare il servizio offerto dal CUP per migliorare: la comunicazione con gli utenti, la calendarizzazione delle prestazioni richieste nei tempi di cui all’impegnativa e nelle sedi più comode all’utente; l’affidabilità delle risposte e delle prenotazioni; il servizio di riprogrammazione delle prestazioni nei casi (da limitarsi ad ipotesi eccezionali) di cancellazione delle stesse.

 Un approfondimento particolare merita il tema della salute mentale:

  • il Comune deve aprire un servizio telefonico gratuito per offrire, in collaborazione con i servizi di salute mentale del territorio già esistenti, un supporto psicologico a giovani o meno giovani. 

  • A questo scopo proponiamo una serie di incontri per affrontare pubblicamente il tema in modo da eliminare lo stigma e fornire info utili al riguardo.

  • Il comune deve diventare mediatore tra i servizi già esistenti del SSN e le esigenze delle persone che non possono permettersi di ricorrere ad un supporto psicologico privato rendendo così accessibili a tutti tali servizi.

  • Pubblicizzare ed estendere il “servizio psicologico di base” già avviato come sperimentale e che ora si andrà a concludere.


 Devono inoltre chiedere alla Regione Veneto di:

− Confermare gli investimenti e la programmazione relativi al Distretto Padova Sud e agli Ospedali riuniti Padova Sud;

− Suddividere tra i vari Ospedali della provincia di Padova, l’accoglienza dei pazienti Covid-19, scongiurando una nuova eventuale chiusura del Pronto Soccorso e dei reparti ordinari e il ritorno degli Ospedali riuniti Padova Sud a Covid Hospital;

- Potenziare e favorire la medicina di prossimità.

  

4. CULTURA

 

Un “motore” per la città

La cultura è questione di scelte. 

Le risorse per i Comuni sono andate progressivamente calando in questi anni, è vero, ma per fare cultura gli enti locali hanno diverse possibilità: 

- La risorsa immobiliare. La prima richiesta delle esperienze culturali più giovani è avere spazi. Occorre pensare ad una città in cui gli spazi di cultura siano diffusi e vivi;

- Le collaborazioni con le associazioni private. Negli ultimi anni abbiamo notato un progressivo impoverimento della scena culturale atestina, con ridimensionamenti importanti e alcune chiusure di organizzazioni locali, sostituite da altre realtà spesso provenienti da fuori città (soprattutto Padova). Per rendere viva una scena culturale dal potenziale di Este, occorre riaccendere le collaborazioni, limitando la burocrazia per accedere a spazi e contributi;

Il Comune deve promuovere una fattiva collaborazione con le scuole, il museo archeologico, la biblioteca, le librerie, il cinema per creare una rete di eventi che facciano crescere la città da un punto di vista culturale.

 Deve essere compito dell'Amministrazione, inoltre, attivare il contributo delle imprese nel sostegno della cultura. Attraverso le diverse agevolazioni fiscali a disposizione degli investitori bisogna dare nuovo impulso al mecenatismo privato e alle relazioni tra imprese ed enti pubblici per la valorizzazione dei beni culturali. L’arte non è solo un bene rifugio, ma anche uno strumento di cura del territorio e del tessuto sociale in cui operano i diversi soggetti tra cui le imprese.


Ci  proponiamo di organizzare i seguenti spazi:

CHIESA DELL'ANNUNZIATA di piazza Trento.

 Riprendendo l’originale proposta di Turi Fedele a cui è dedicata una sala, si potrebbe destinare la ex chiesetta a spazio espositivo e a una piccola scuola di grafica, in collaborazione con il liceo artistico cittadino A.Corradini e/o con l'Accademia di Venezia.

CHIOSTRO DELLE CONSOLAZIONI: UN MUSEO DELLA CITTÀ. 

Negli spazi del chiostro si può realizzare un vero e proprio museo della città in cui:

- Illustrare la storia della città attraverso un percorso guidato per epoca e figure simbolo;

- Raccontare le eccellenze della città, con sezioni a tema (per esempio, una sala sul "Premio dei Colli", una sulla ceramica di Este);

- Promuovere un turismo che esca dal circuito Piazza Maggiore/ Giardini del Castello e raggiunga un altro gioiello della nostra città assieme alla vicina chiesa della Salute.


FORO BOARIO 

È uno spazio molto suggestivo, oggi praticamente inutilizzato, all’interno del quale è opportuno organizzare per buona parte dell’anno eventi piccoli e grandi.  La gestione sarà da affidare ad una cooperativa o ad una  attività di impresa onde favorire reddito a giovani ,disoccupati e anziani.


PARCO LETTERARIO DELLA COLLINA ATESTINA

Proponiamo l'attivazione di un parco letterario. Este é stato un centro letterario di grande spessore grazie al mecenatismo di Azzo VI d'Este, primo signore di Ferrara nel 1196. Presso la sua corte passarono giullari e trovatori di tutta Europa e sua figlia Beatrice che ispirò i versi di numerosi uomini.

Este fu abitata sin dall'età del ferro, ma si spopolò in seguito alle invasioni dei barbari. Solamente quando la casata degli Este prese possesso della città, questa tornò a rivivere e la sua prosperità crebbe anche sotto il successivo dominio veneziano.

Attorno alla città di Este gravitarono le figure di grandi intellettuali e artisti, come Alvise Cornaro, generoso mecenate di Padova per cui lavorarono Angelo Beolco, detto il Ruzante, e l'architetto Giovanni Maria Falconetto, che costruirà per lui Villa Cornaro, a Este, e sarà incaricato del progetto di Villa dei Vescovi, a Luvigliano.

Nell'Ottocento, invece, soggiornarono sui colli attorno alla città lo scrittore Shelley con la moglie Mary Shelley, autrice del famoso Frankestein.

Una tradizione letteraria che continua dato che al giorno d'oggi ad Este vivono diverse scrittrici e scrittori.

Da inserire nel Parco vi sono il Castello, di epoca medievale, Villa Mocenigo, che ospita il Museo Nazionale Atestino, e un'altra villa notevole: Vigna Contarena. 

Un Parco Letterario parte dalle suggestioni letterarie per creare dei percorsi concreti di fruizione turistica. Promuove attraverso l'organizzazione di eventi speciali, rappresentazioni teatrali, letture, la costruzione di un vero e proprio prodotto turistico. Intorno al Parco Letterario nascono infatti attività ricettive, enogastronomiche, artigianali, che hanno le potenzialità di mettere in moto un processo di crescita culturale, sociale ed economica. La memoria dei luoghi diventa così sviluppo e si proietta nel futuro. 

 

PARCO ARCHEOLOGICO


Ad Este vi é la più importante ed estesa necropoli paleoveneta che si estende da via Santo Stefano fino a Villa Benvenuti e Vigna Contaregna. Vi sono poi le importanti vestigia romane che si possono ammirare tra via Augustea, via Tiro a Segno e via Olmo. Ci sono pertanto le condizioni e le premesse per dare il via ad un importante Parco Archeologico che favorirebbe il turismo e con esso notevoli ricadute economiche sul commercio e il settore alberghiero. Potrebbe incrementare infine l'occupazione giovanile della zona.

 

5.CITTÀ INCLUSIVA

 

Giovani

È necessario realizzare uno spazio comunale laico, oggi non esistente, in cui si possano sentire accolte tutte le persone, in particolare i giovani. A questo scopo si può pensare al riutilizzo della ex scuola Zanchi dove prevedere un centro sociale da destinare alle associazioni cittadine e al quartiere. 

Al suo esterno si può realizzare uno skatepark e un campo da bocce come punto di incontro e dialogo tra generazioni diverse e che si collega ai vicini stadio, campo da tennis, piscina comunale e palazzetto dello sport.

 

Le nostre proposte

- Attivazione di progetti e percorsi di sensibilizzazione (da giovani per i giovani) come uno sportello per rispondere alle esigenze di coloro che si stanno affacciando al mondo del lavoro ma anche a chi cerca spazi di confronto riguardo a questioni di genere e LGBTQI+, tematiche ambientali, questioni internazionali;

- Attivare progetti di educazione relazionale sentimentale- sessuale negli istituti atestini;

- Inaugurare uno sportello arcobaleno di ascolto con personale formato per il contrasto dell'omotransfobia e di supporto per il riconoscimento e affermazione della propria identità di genere e orientamento sessuale.

- Favorire la partecipazione delle persone giovani, attraverso la consulta dei ragazzi e prevedere una persona che faccia da portavoce delle persone under 25 per migliorare il dialogo e l’adeguamento della città e dei servizi alle necessità dei più giovani che spesso non vengono sufficientemente tenute in considerazione nella realizzazione delle politiche pubbliche.

- Favorire il cohousing e il coworking, affinché i giovani possano condividere spazi abitativi e lavorativi insieme con costi ridotti.


Politiche di genere


Vorremmo che nessuna persona si sentisse esclusa dalla partecipazione alla vita della nostra città, per questo porremo grande attenzione alla formulazione di politiche pubbliche attente ed inclusive.

Favoriremo inoltre, con incentivi, l'occupazione femminile e delle persone di genere non conforme istituendo meccanismi mirati alla cultura della parità.


Le nostre proposte:


- Proponiamo che il Comune si faccia promotore di progetti rivolti alle scuole elementari, medie e superiori cittadine, contro la violenza sulle donne, contro le molestie di strada e catcalling, fonte di disagio per donne, persone di genere non conforme (persone transgender, non binarie ecc...) e altre minoranze (persone con disabilità, minori e persone razzializzate);

- Parità di genere in tutti gli organismi di rappresentanza;

- Vorremmo dedicare attenzione alla raccolta di segnalazioni riguardanti le molestie di strada, catcalling e atti di razzismo. Queste segnalazioni non sostituiranno di certo le denunce effettuate presso gli organi competenti ma serviranno alla raccolta di dati per avere un quadro chiaro della situazione nella nostra città. La raccolta e l’analisi dei dati è fonte importante per l'elaborazione di politiche pubbliche utili alla nostra città;

- Città a misura di donna con orari flessibili negli uffici comunali e nei negozi. Le attività legate alle commissioni quotidiane (posta, uffici comunali, spesa ecc) ricadono più frequentemente sulle spalle delle donne. Per questo è necessario assicurare orari sostenibili per alleggerire il carico materiale e mentale che queste attività comportano;

- Incremento della toponomastica femminile. Oggi ad Este sono pochissime le vie dedicate a donne, ciò nonostante i nomi non mancano. Tra essi Anna ed Emma Zevi, Liliana Segre, Elena Lucrezia Cornaro, Lea Garofalo, Rosa Luxemburg, Marcella di Folco ecc;

-Potenziamento dello sportello d'ascolto antiviolenza "Donne D'Este" e supporto anche di tipo legale e sindacale per favorire la conciliazione del lavoro di cura e l'inserimento lavorativo.


Anziani

Nell’ambito della tutela di tutte le fragilità, poiché esiste un'oggettiva difficoltà per alcune persone di accedere ai luoghi del servizio, diventa di primaria importanza territorializzare sempre di più gli accessi ai servizi.

 Per questo è centrale il tema della collocazione delle strutture di servizio, nell’ottica di una città policentrica, democratica e partecipativa, bisogna incontrare i bisogni e trovare le risposte insieme.

 

Le nostre proposte

 La nostra lista si impegna a individuare un immobile pubblico dove aprire uno sportello sociale e al contempo un centro di aggregazione in ogni quartiere e in ogni frazione ( ad esempio la ex scuola Zanchi a Meggiaro o le ex scuole elementari a Schiavonia, a Prà o a Motta) dove le persone anziane possano trovarsi per giocare a carte, a scacchi o a bocce, organizzare corsi di qualsiasi tipo o seguire in modo decentrato la Università della terza età.

 Lo sportello sociale prende in carico la persona che si presenta o il nucleo familiare e lo accompagna per tutta la durata necessaria. È gestito da una persona professionalmente qualificata all’ascolto e a conoscenza di tutte le soluzioni possibili per la casistica presentata;  offre ascolto, informazione e orientamento in caso di difficoltà come la cura e la tutela dei figli, l’accudimento di una persona non autosufficiente o con problemi economici e/o di inserimento sociale; è il luogo in cui trovare un aiuto per le criticità della vita quotidiana (ad es. conciliare gli orari di lavoro con gli orari di cura dei figli soprattutto nel caso di famiglie monogenitoriali) ma anche il luogo in cui offrire disponibilità per attività di volontariato.

 Offre informazioni sui servizi erogati da altre istituzioni.

-Servizio taxi gratuito per gli anziani ultra sessantenni che si devono spostare e non hanno familiari che li possano aiutare.


Migranti

Il fenomeno delle migrazioni viene strumentalizzato e rappresentato come una questione di ordine pubblico, di degrado e criminalità, prestando così il fianco alla diffusione di derive razziste e xenofobe nelle nostre città.

 Un fenomeno che si sta dimostrando inarrestabile poiché nessun filo spinato è in grado di fermare una fuga dalle miserie e dalle guerre o semplicemente la ricerca di una vita migliore: ancora oggi, infatti, migliaia di persone scelgono di imbarcarsi su mezzi di fortuna ed arrivare in Europa attraverso il Mediterraneo o affrontare la rotta Balcanica.

Chiudere le frontiere non significa arginare l’immigrazione, ma creare nuovi clandestini, nuova marginalità economica e sociale.

 È necessario ricostruire una cultura aperta in grado di valorizzare le differenze e costruire uguaglianza senza ridurre ogni diversità ad un’uniformità, sintomo di una società bloccata ed incapace di innovarsi, senza storia e senza futuro.

Nei prossimi cinque anni dobbiamo diffondere un'altra cultura solidale e dell’accoglienza in grado di determinare nella nostra città un modello sociale fondato sulla valorizzazione e la contaminazione delle differenze, sulla solidarietà, la sostenibilità e la pace.

 

Le nostre proposte

- La riattivazione dell'ex S.P.R.A.R, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, oggi S.A.I. (Sistema di Accoglienza e Integrazione). Lo Sprar è un centro di “seconda accoglienza” destinato ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale ed é finalizzato all’integrazione sociale ed economica di persone già titolari di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria).  Este può gestire sino a 30 posti;

- Fare rete sul territorio partecipando ad altri bandi; 

- Promuovere attività interculturali nelle scuole e una consulta dove oltre agli stranieri che hanno cittadinanza italiana trovino spazio anche coloro che non l’hanno ancora ottenuta;

- Riattivare uno sportello migranti, un corso di lingua per migranti e finanziare la presenza dei mediatori culturali nelle scuole.


 

 I nostri amici animali


Ogni animale va considerato come essere dotato di diritti e propria autonoma sensibilità. Serve promuovere educazione nelle scuola e per Este prevedere per i cani una zona di “sgambamento” in centro storico e nel quartiere Pilastro.



 

  6. LAVORO E LOTTA ALLA POVERTÀ

Nel nostro territorio  la crisi economica, sommata alla crisi Covid, ha colpito più che mai. 

Senza investimenti pubblici e privati non ci sono possibilità di tornare a crescere, a creare occupazione e benessere diffuso. Nella crisi dobbiamo dare risposte a chi è disperato a causa di essa. Sono numerosi ad Este operai, partite iva e imprenditori delle start up, anziani con la pensione minima e studenti senza borsa di studio, ventenni nel limbo della garanzia giovani e artigiani vessati dall'assenza di welfare e dall'ingiustizia fiscale, disoccupati di lunga durata incollocabili. I nostri giovani sono migranti per scelta e per obbligo, costretti a cercare opportunità d’impiego e di reddito in Europa e nel resto del mondo.

Va detto chiaramente che i Comuni hanno scarsissime risorse, strumenti legislativi e competenze per intervenire sul tema del lavoro. Ma per quanto poco, qualcosa si può fare, soprattutto per mitigare la povertà

 

Le nostre proposte

- La realizzazione della banca della terra ovvero l'affidamento dei terreni pubblici incolti a chi li vuole coltivare;

- La creazione di "Empori della Solidarietà” dove  persone a reddito basso possano fare la spesa senza pagare o a costi calmierati, realtà che potrebbero essere create da associazioni selezionate tramite bandi pubblici. Questa è l’assistenza ai poveri efficace, partecipata e sostenibile nel lungo termine che noi abbiamo anticipato col progetto “Spesa sospesa” che da alcuni mesi assicura a persone indigenti verdura bio e fresca;

Il “Banco Alimentare” è un meccanismo virtuoso che coinvolge diverse realtà. Si tratta di  misure da promuovere, coordinare e continuare a Este non solo come strumento di solidarietà che fa fronte alle necessità dei poveri ma anche come modo per evitare sprechi di denaro.

- Per fornire opportunità di lavoro il comune deve prevedere un ufficio dotato di  personale opportunamente formato che si dedichi al reperimento di fondi europei destinati a progetti di associazioni e cooperative private così come ad enti pubblici.

Ricapitolando:

a)Affidamento dei terreni comunali a chi li vuole coltivare

b) Spazi comunali da destinare ad associazioni e progetti presentati dai giovani.

c)creazione di empori della solidarietà e di banchi alimentari per indigenti e bisognosi. 

 

 7. BENI COMUNI, DIRITTI DI CITTADINANZA E SERVIZI PER I CITTADINI

 

Una città solidale 

Una città, inclusiva, solidale e democratica si riconosce dai servizi e dal sostegno che offre alle persone in difficoltà. Occorre aumentare significativamente, dopo i tagli di questi ultimi anni, le risorse dedicate al sociale. Serve attenzione vera nei confronti dei più deboli, utilizzando strumenti e modalità di gestione che garantiscano servizi efficaci ed efficienti.

 

 Casa

La speculazione edilizia e gli alti affitti sono tra le cause maggiori del progressivo spopolamento della città. É necessario un efficace controllo sulle dinamiche edilizie private da parte dell'amministrazione comunale che favorisca il ripopolamento cittadino. 

 

Le nostre proposte

- Una maggiore fiscalità sugli immobili chiusi o lasciati al degrado che spinga i proprietari alla ristrutturazione e ad affittare a prezzi più contenuti i propri edifici chiusi o abbandonati.

 

Fibra

Le persone che si sono registrate all’app "Municipium" sono troppo poche, appena 535 registrate ad aprile del 2020. È necessario potenziare il servizio con un'adeguata pubblicizzazione per consentire informazioni adeguate al maggior numero di cittadini. Proponiamo inoltre l’adesione del Comune di Este al progetto “Safer Internet Center Italia- Generazioni Connesse“, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Connecting Europe Facility (CEF)-Telecom. Tale progetto nasce per fornire informazioni , consigli , supporto ai bambini, ragazzi, genitori, docenti ed educatori che hanno esperienze, anche problematiche, legate all’uso di Internet e per agevolare la segnalazione di materiale illegale online. 

 

8. ISTRUZIONE E MENSE SCOLASTICHE

 

Le mense scolastiche

Il Sindaco è il responsabile della salute pubblica del Comune. E deve perciò garantire la massima salubrità degli alimenti forniti dalle mense scolastiche. Questa può essere garantita dai prodotti biologici o convenzionali ma con zero residui chimici. Questo è l’impegno della nostra Lista, che però vuole favorire la collaborazione tra Comune e famiglie per garantire la salute dei piccoli alunni e, ove possibile, favorire l'economia locale 

 

Le nostre proposte

E’ possibile generare, con costi quasi nulli per la comunità, un albo certificato di fornitori e di prodotti agricoli e alimentari biologici o convenzionali garantiti con zero residui chimici. O ancora prodotti del nostro territorio purchè rientrino in una delle due succitate categorie. Sarà possibile ottenere dai fornitori certificati un ‘prezzo politico’ mediante facilitazioni di altro tipo, che renderanno questo tipo di contratto conveniente:

- essere fornitori certificati delle scuole sarà garanzia di qualità dei prodotti che fuori dal canale scuola potranno essere venduti con marginalità più elevate (una parte del mancato guadagno diventa un investimento in ‘marketing’);

- avere un contratto certo consentirà ai produttori di abbattere i costi di vendita;

- i fornitori potranno promuovere le loro imprese agricole ed alimentari presso le famiglie dei bambini;

- avere un canale alternativo di vendita (quello delle mense scolastiche) rispetto a quello dei tradizionali grossisti;

- il Comune può pensare a forme di incentivazione per i fornitori certificati per aprire banchetti o punti vendita diretti in città;

- verrà istituito in coordinamento periodico tra i rappresentanti degli Istituti, dei genitori, e l’Amministrazione e altri soggetti eventualmente coinvolti per condividere le scelte e risolvere i problemi che dovessero presentarsi.


9. SPORT

L’assessorato allo sport deve coinvolgere le società sportive in una consulta sportiva cittadina 

e agevolare le Società più piccole ed inclusive nella gestione degli impianti.

In particolare fino a quando “l’emergenza” Covid persiste sarà necessario affiancare ed aiutare le Società e i cittadini a poter svolgere le attività sportive, con la massima inclusione e disponibilità di mezzi di trasporto, impianti e strutture.

Le nostre proposte

-E’ necessario provvedere ad un fondo che consenta alle famiglie più bisognose di far praticare le discipline sportive desiderate ai figli e a tutti i componenti la famiglia. Proponiamo un buono in denaro ma anche un riconoscimento contributivo maggiorato alle Società che dimostrino di aver agevolato le famiglie più “bisognose".

-Promuovere la collaborazione tra discipline sportive con lo scopo di far crescere la condivisione delle strutture ed il senso di appartenenza, permettendo alle ragazze e ai ragazzi di scoprire altre discipline

-Promuovere la collaborazione con gli Assessorati e le realtà sportive delle città limitrofe, garantendo e disciplinando, con adeguati accordi politico-amministrativi, la possibilità di mantenere identità, dignità e senso di appartenenza

-Valorizzare le esperienze sportive più significative dei cittadini, a tutti i livelli, (arbitri,dirigenti,allenatori,atleti) gratificando le Società di provenienza, e sensibilizzando i più giovani sui temi più significativi.


 

10. QUARTIERI, NON PERIFERIE!

Nelle frazioni è necessario perseguire l'innovazione sociale. Una strategia che prende la forma del laboratorio di quartiere, di imprese di comunità che operano sui terreni del lavoro e della coesione sociale. L'amministrazione deve promuovere spazi ibridi, di servizio e di produzione, di informazione e co-creazione, per la creatività e la coesione sociale.

 

Le nostre proposte

-A Prà e a Schiavonia si potrebbe restaurare le ex scuole elementari, oggi in abbandono, da dedicare a spazi multifunzionali con laboratori artigianali e servizi per il quartiere, co-working, per favorire servizi per la socialità e generare inclusione e lavoro. 

- Creare parchi urbani. 

- Realizzare percorsi salute con appropriati attrezzi lungo alcuni argini del canale/piazze o campetti di quartiere.

 

APPROFONDIMENTO: L’IMPATTO AMBIENTALE PRODOTTO DA SESA

Inquinamento atmosferico

Le quantità annue di inquinanti immessi in atmosfera dalla azienda sono rilevanti : tonnellate di sostanze pericolose come ossidi d’azoto e zolfo inquinano ambiente e popolazione, e producono piogge acide. In estate la situazione peggiora e abbiamo in particolare l’ozono, che è un inquinante secondario derivato da emissione di ossidi d’azoto. Sulla base del biogas bruciato (circa 8,5 milioni di metri cubi) e del contenuto medio in metano (tra 50 e 65 %), si può affermare con una certa approssimazione, che un motore di quasi 1 MW brucia un quantitativo di metano equivalente a quello di circa 1.500 case di oltre 100 metri quadrati di superficie (consumo annuo di circa 1.600 metri cubi) ciascuna, ma con le emissioni sommate e concentrate in un solo punto. La combustione del “biogas” è fonte di emissioni tossiche. Il biogas è più inquinante del metano perché contiene metano soltanto al 50-60%. I limiti di legge che si basano sulla quantità di sostanze inquinanti per metro cubo, ignorano che il calcolo reale andrebbe fatto sul totale di metri cubi prodotti in un anno. Se a tutto questo sommiamo l’inquinamento dovuto all’aumento del traffico pesante per trasportare i rifiuti da fuori regione, la situazione peggiora ulteriormente.

 

Inquinamento del suolo e delle acque

Altra fonte inquinante sono i continui e consistenti sversamenti di Compost e digestato prodotti  dagli impianti che trasformano in biogas la FORSU. Compost e digestato di cui bisogna prendere in considerazione l’effetto accumulo nel terreno. Gli impianti di bio-digestione non riescono a neutralizzare completamente i batteri presenti, in particolare i clostridi che sono batteri termoresistenti. Nel processo anaerobico di produzione di biometano si creano nel digestore le stesse condizioni favorevoli allo sviluppo delle spore, presenti sia nella produzione dell’insilato, sia nell’apparato digerente dei ruminanti. Questi batteri sono presenti nel digestato finale, cioè nello scarto dei digestori che viene successivamente spacciato come compost da smaltire nei terreni agricoli. E così terreni salubri diventano a rischio contaminazione.

 

Inquinamento odorigeno

Negli ultimi vent’anni Este è conosciuta per gli odori che in molte giornate dell’anno invadono i quartieri e il centro della città. La molestia olfattiva è considerata una forma di inquinamento e può essere causa di gravi disagi per la qualità della vita di chi la subisce e per l’ambiente. Questo tipo di molestia è riconducibile alla parte seconda dell’art. 674 del codice penale: “getto pericoloso di cose” che punisce “chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte ad offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, vapori o fumo atti a cagionare tali effetti”. La sentenza della Corte di Cassazione (Sent. Cass. Pen: num. 12019 del 10 febbraio 2015) afferma che il reato di cui all’art. 674 del Codice Penale è configurabile anche in “molestie olfattive” provenienti da impianti già autorizzati. La sentenza ha anche individuato il parametro di legalità dell’emissione e cioè quello della “stretta tollerabilità” e della “normale Tollerabilità previsto dall’art. 844 del Codice Civile che tiene conto del singolo individuo e non solo della collettività e non solo dell’uomo medio, ma anche della situazione locale. Infine la sentenza riconosce che, qualora non sia possibile accertare in via scientifica la molestia olfattiva, ci si deve basare sulle dichiarazioni dei testimoni.

 Le nostre proposte

Il Comune deve:

- Attivare progetti che allunghino la vita degli oggetti promuovendo il mercato del riciclo e del riuso, con interventi su logistica e produzione;


- Attivare la tariffazione puntuale nell’ottica della riduzione della TARI, applicando il principio meno produco rifiuti, meno pago;


- Promuovere attività in partnership con la grande distribuzione per la riduzione della produzione dei rifiuti: vendita di prodotti sfusi, ecofeste, ecoacquisti ed ecoristorazione;


- Promuovere progetti che rispondano ai principi della nuova legge “contro lo spreco di cibo e farmaci” coinvolgendo imprese, associazioni di categoria, associazioni ambientali e di volontariato;


- Creare cultura dell’ambiente attraverso finanziamento di interventi di comunicazione e formazione rivolti a tutte le fasce di età.

Su Sesa:

- Poiché il comune è azionista di maggioranza deve avviare controlli sui rifiuti in entrata e uno studio sull’impatto ambientale del traffico pesante nei nostri territori per il trasporto dei rifiuti da fuori regione in entrata e dei prodotti in uscita;

- Blocco degli appalti eventualmente previsti e mancato rinnovo di quelli in essere, con blocco dell’arrivo di rifiuto umido da altre regioni;

- Rivedere l’autorizzazione degli impianti a Biogas presenti nell’area SESA nel loro insieme e non singolarmente riconsiderando la sommatoria delle singole potenze e di conseguenza la Valutazione di Impatto Ambientale e la eventuale incentivazione;

- Mettere in atto tutte le procedure per riportare l’impianto ad una reale sostenibilità ambientale eliminando le cause che hanno portato a creare nelle vicinanze di due centri abitati uno degli impianti più grandi d’Europa per il trattamento del rifiuto umido;

- Creazione di una mappa e di un registro di tutti i terreni dove sono stati fatti sversamenti di digestato e compost con l’obbligo di comunicare i nuovi terreni e sversamenti e delle quantità sversate;

- L’obbligo di analisi a campione sul campo degli sversamenti;

- L’obbligo di rispettare le dosi agronomiche previste per gli sversamenti di digestato e compost con ammende per chi le trasgredisce;

- Controllo del Comune sulle condizioni di lavoro dei dipendenti in particolare per le operazioni date in appalto a cooperative esterne.

 Sesa e gestione sostenibile dei rifiuti

Per una gestione sostenibile dei rifiuti basterebbe semplicemente rispettare la normativa vigente e le direttive europee, favorire la tutela della salute umana e dell'ambiente mediante una completa esclusione dell'incenerimento (sotto qualunque forma) e un progressivo abbandono dei conferimenti in discarica.

Questi obiettivi sono raggiungibili attraverso: 

- La razionalizzazione dei consumi, evitando spinte consumistiche non basati sui fabbisogni reali (eliminazione degli sprechi); 

-Il rispetto e l'incentivazione della gerarchia dei rifiuti prevista dalla normativa Comunitaria e statale; 

- Iniziative per la riduzione della produzione dei rifiuti (es. disincentivazione tariffaria e commerciale dei prodotti “usa e getta” e dell'uso di imballaggi, vendita alla spina, centri per la riparazione e il riuso, compostaggio domestico, selezione di tecniche produttive di assemblaggio e di materiali finalizzati al recupero a fine uso, etc.); 

- Agevolazioni fiscali e incentivi di avvio all'impresa per forme imprenditoriali finalizzate al recupero di materia. 

Cercare di portare S.E.S.A. al rispetto di questo nostro programma è un nostro obiettivo primario, obiettivo che già nel corso di questi anni abbiamo perseguito con una costante e puntuale denuncia delle criticità ambientali che il “metodo S.E.S.A.” di smaltimento dei rifiuti ha creato e crea nel nostro territorio.

 

 

Este, 1 settembre 2021

















LISTA CIVICA L'ALTRA ESTE - PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2016/2021

Rigenerazione urbana, risparmio energetico, salvaguardia degli spazi aperti e delle funzioni ecologiche del suolo, potenziamento del sistema del verde e delle reti ecologiche, mobilità sostenibile, riduzione delle emissioni inquinanti, riciclo dei rifiuti, agricoltura urbana, cultura, residenze per artisti, parco letterario e parco archeologico, lotta alla speculazione edilizia, democrazia diretta e democrazia digitale, mense scolastiche a chilometri zero e estensione del doposcuola, diritti degli animali, politica di genere.

PREMESSA


La discussione sul futuro di Este deve avere rispetto per la sua storia straordinaria.     La crisi economica ha separato il ricco dal povero, chi fa impresa precaria rischiando tutti i giorni da chi campa di rendita finanziaria o immobiliare, chi accoglie migranti e si fa carico delle nuove povertà da chi li utilizza strumentalmente per ottenere profitti o consenso elettorale, chi usa l'ambiente per fare nuovo cemento da chi parla di ecologia come il cuore del rilancio economico, chi la democrazia la disprezza da chi crede sia il faro di ogni progetto comune.
La nostra lista propone una alternativa possibile a partire dai temi concreti, dal progetto di città che sogniamo e che potremo concretamente realizzare.

RIGENERAZIONE URBANA

La storia edilizia italiana si è sviluppata con un modello di insediamento diffuso, che oggi rende più complessa l’organizzazione del territorio e meno netto il confine tra ciò che è urbano e non urbano. Tra il 2010 ed il 2012 l' 8,9% del suolo urbanizzato in Italia è all’interno di aree classificate a pericolosità idraulica (il 9,6% nel Veneto, pari a 14.941 ettari). Tenendo conto inoltre del “consumo di suolo effettivo” il suolo veneto impermeabilizzato è pari al 14,7% con una minor produzione agricola stimabile in 450.000 tonnellate di cereali, pari ad un valore di circa 90 milioni di euro.E’ necessario cambiare rotta, riconsiderando la terra come bene prezioso, ma soprattutto bene finito, favorendo interessi con prospettiva di medio e lungo periodo, anziché di breve respiro.

É necessaria una stretta integrazione e coerenza degli interventi con i più generali strumenti della pianificazione urbana e territoriale. I programmi di rigenerazione non possono essere il frutto di iniziative estemporanee (tanto più se dettate da interessi privati) ma devono rientrare in un disegno strategico condiviso del futuro della città e del territorio. Solo a questa condizione le aree realizzate con operazioni di recupero urbano potranno divenire cellule costituenti  di un progetto di città in transizione verso assetti più ecologici e di maggiore inclusione ed equità sociale.
L’obiettivo della sostenibilità richiede la capacità di intervenire contemporaneamente e sinergicamente sugli aspetti sociali, ambientali ed economici della vita di un quartiere o frazione, favorendo la mixitè sociale efunzionale, assumendo come prioritari la salute ed il benessere degli abitanti (fine ultimo delle diverse strategie e politiche) ed innovando gli stessi meccanismi della governance dei processi attivati. Ciò significa che bisogna operare sia sulle trasformazioni fisiche (ecologia urbana, bioarchitettura, risparmio energetico, fonti rinnovabili, salvaguardia degli spazi aperti e delle funzioni ecologiche del suolo, potenziamento del sistema del verde e delle reti ecologiche, mobilità sostenibile, disinquinamento e riduzione delle emissioni inquinanti, riciclo dei rifiuti, agricoltura urbana e periurbana…) che su quelle economiche e sociali (partecipazione attiva degli abitanti, accessibilità e potenziamento dei servizi, presenza obbligatoria di una quota significativa di edilizia in locazione e di edilizia a canone sociale, cambiamento degli stili di vita e delle abitudini di consumo, sicurezza e inclusione sociale, infrastrutture digitali, ricerca, innovazione, sperimentazione tecnologica, promozione di nuove attività economiche e produttive integrate con le funzioni residenziali e di servizio, formazione professionale, nuova occupazione) favorendo in particolare la crescita di nuove economie di comunità ovvero di un’economia collaborativa nella quale i cittadini (quelli che Jeremy Rifkin definisce come “prosumers”) siano nel contempo consumatori e produttori di servizi, risorse energetiche, beni materiali ed immateriali.
La complessità di un intervento di rigenerazione urbana sostenibile, pur comportando forme di partenariato pubblico/privato, può essere gestita solo attraverso una chiara REGIA PUBBLICA. I soggetti promotori devono necessariamente essere i Comuni o preferibilmente le associazioni tra diversi Comuni.

BILANCIO COMUNALE

Il Bilancio in Piazza: una Consulta per la Trasparenza del Bilancio.

 Quanti cittadini hanno un’idea anche vaga di come è strutturato il bilancio comu- nale? Quanti convegni pubblici si fanno per discutere il Bilancio Comunale? Eppure questo dovrebbe essere il tema cardine della discussione politica nella Polis. Eppure il modo in cui ogni anno entrano ed escono milioni di Euro dalle casse del nostro Comune ha un’incidenza fortissima e immediata sulla vita di tutti noi e dei nostri figli.
A ESTE  è urgente e necessaria un’opera massiccia di vera e proprio educazione civica incentrata sul Bilancio Comunale e le sue voci, entrate e uscite. Il bilancio Comunale va messo in Piazza, senza alcun timore.
Oggi utilizzando anche i moderni strumenti informatici è possibile fare tutto questo con costi molto contenuti. I costi di un bilancio partecipato sono in realtà un investimento, perchè verranno recuperati nel tempo grazie alla maggior efficienza di spesa generata dal maggior controllo dei cittadini sul bilancio stesso.
I dati di bilancio non solo dovranno essere accessibili dal cittadino (cosa che in parte già accade), ma dovranno essere attivamente ‘divulgati’, cioè letteralmente tradotti e spiegati con un linguaggio che sia comprensibile da tutti i cittadini maggiorenni di ogni estrazione culturale.
Una Consulta per la Trasparenza del Bilancio con rappresentanti di tutte le fasce sociali, di tutti i quartieri, di tutte le età deve essere istituita per dare al comune un interlocutore, in rappresentanza della cittadinanza sul tema della trasparenza del Bilancio comunale che faccia da stimolo e da controllo dell’operato comunale in tema di Bilancio Partecipato. La Consulta si fa Garante verso i cittadini del fatto che i dati del bilancio comunale forniti sono corretti, sono accessibili e sono comprensibili per tutti i cittadini.
La Consulta, come soggetto indipendente, deve anche provvedere ad identificare e mantenere aggiornati i costi standard, adeguati alla realtà della città di Este, che serviranno ai cittadini per valutare la congruità, l’equità e l’eticità di spese ed investimenti effettuati. I membri della Consulta inoltre provvedono a diffondere i dati presso i gruppi sociali di cui sono rappresentanti e diventano essi stessi quindi promotori di trasparenza.
Grazie a questo lavoro metodico sulla trasparenza e sull’accessibilità dei dati di bilancio il dibattito politico attorno a questo importante tema potrà essere facilitato e potenziato.

Nel prossimo quinquennio riteniamo necessario mettere in discussione fin dalle sue radici la struttura portante del Bilancio Comunale. Ogni singola voce può essere messa in discussione, drasticamente ridotta o drasticamente aumentata anche se in realtà sappiamo bene che ci sono voci difficilmente modificabili (costo del personale, trasferimenti da stato e Regione, pagamento di mutui, etc..) e ci sono vincoli esterni da rispettare (ad esempio il Patto di Stabilità o le nuove procedure in discussione sul federalismo).
Ciononostante sappiamo bene che il bilancio comunale degli ultimi anni, é frutto di una fase storica e di un modello di sviluppo al tramonto, per questo é necessario ricostruirlo  secondo nuovi criteri che siano in linea con il cambiamento che la nostra lista propone.
Politiche ambiziose che vanno in direzione della salute e della qualità dei cittadini dipendono da scelte di non ordinaria amministrazione sul Bilancio comunale, come riuscire a sostituire le entrare da nuove urbanizzazioni con entrate diverse o con risparmi di spesa. Proponiamo dunque di avviare una vera e propria opera di smontaggio, analisi e rimontaggio del bilancio, eseguito da una commissione ad hoc con il mandato di ‘digerire la questione’ e proporre con una certa libertà nuove soluzioni di politica economica comunale da discutere poi in forme partecipate con i cittadini . Questa commissione, libera di generare soluzioni innovative, porterebbe di sicuro ad alcune interessante innovazioni.

FISCO, CHI INQUINA PAGA IN PROPORZIONE AL REDDITO

L’obiettivo deve essere quello di spostare, gradualmente e in maniera sostenibile, la tassazione dal lavoro (IRPEF comunale) ai consumi, e in particolare ai consumi che più scaricano le esternalità sulla collettività. Pensiamo ad esempio al trasporto privato in città, chi ne fa uso scarica i costi degli effetti collaterali dell’uso dell’automobile in città sulla collettività e in questo momento non paga per questo.
La nuova politica fiscale tuttavia non dovrà pesare sui redditi bassi, che senza misure compensative dovrebbero sopportare in % il peso maggiore del nuovo sistema fiscale (le tasse sul lavoro so- no progressive e dipendono dal reddito, per chi le paga, le tasse sui consumi potrebbero non esserlo.
Per evitarlo, 2 strade vanno esplorate, dove la soluzione potrebbe essere un mix di entrambe:

  • man mano che si sposta ed estende la tassazione sui consumi inquinanti si cancella l’IRPEF comunale ad iniziare dai redditi bassi e via via estendendosi a quelli medi;
  • la tassazione sui consumi inquinanti deve essere progressiva e proporzionale al reddito.

CITTADINANZA DIGITALE E DEMOCRAZIA DIRETTA
 

WIFI libero in tutta la città. L'accesso a Internet e il reperimento delle informazioni da parte dei cittadini costituisce nella nostra epoca "un diritto costitutivo della nuova cittadinanza". La conoscenza in Rete è un bene comune il cui accesso deve essere garantito a chiunque dalla pubblica amministrazione come precondizione della cittadinanza, dunque della stessa democrazia.
Sulle scelte urbanistiche più importanti, inoltre, la nostra lista si impegna ad indire un referendum sulla destinazione delle aree ex Ospedale e Cementizillo.


LOTTA ALLO SMOG
 

In Italia Italia nel 2012 sono stati registrati 84.400 decessi prematuri, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i “killer” sotto accusa: micropolveri sottili (Pm2.5), biossido di azoto (NO2) e ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O3). L’area più colpita in Italia dal problema delle micropolveri é la Pianura Padana ed Este vi rientra a pieno titolo. Ad ESTE le polveri sottili (PM10) nel 2015 hanno totalizzato 72 superamenti del limite giornaliero (50 μg/m3) da non superarsi per legge più di35 giorni in un anno.
Vanno poi sommati quelli dell’ozono: 57 superamenti del limite per la protezione della salute umana (120μg/m3) da non superarsi più di 25 giorni all’anno. In tutto ben 129 giorni di aria avvelenata ovvero un quadro allarmante per la qualità dell’aria di Este, con danni alla salute dei cittadini, bambini e fasce deboli in primis.

 MOBILITÀ SOSTENIBILE

Le città cambiano ma la mobilità urbana rimane sempre la stessa: nuove arterie stradali, innumerevoli rotonde e sempre più parcheggi, tutti al servizio dell'auto.
Eppure é ormai ampiamente dimostrato che data una seria e razionale rete ciclabile, in particolare nelle aree dove può ben sostituire l’uso quotidiano dell’auto, la bicicletta è economica, ecologica, salutare per il fisico, fa risparmiare tempo negli spostamenti e nella necessità di parcheggio, facilita la socialità, riduce i rumori e i pericoli. Scoraggiamo l’accesso in macchina alle aree centrali, riducendo i parcheggi su strada e aumentando il prezzo della sosta. Ad ESTE sono già stati introdotti in centro storico la moderazione della velocità a 30 km/h e il bike sharing. Ma evidentemente l'amministrazione non ci credeva troppo poiché ambedue le misure sono state praticamente abbandonate a loro stesse. Basti guardare il degrado, per mancanza di manutenzione, di molte biciclette del bike sharing e lo stato di abbandono in cui versano alcune tra le poche piste ciclabili realizzate sinora in paese, spesso utilizzate per sosta selvaggia delle auto o interrotte da inopportuni pali della luce o proprio quando sarebbero necessarie. Basti pensare a quella che da via Ca Mori porta al Ponte delle Grazie e che si interrompe proprio quando irrompe su via principe Amedeo. Altre ancora terminano in posti improbabili.
Ci vuole ben altro impegno e convinzione per garantire una città pedonabile.
Poiché le strade, soprattutto quelle del centro di Este, sono piuttosto strette è necessario pensare a ciclabili ricavate lateralmente alle corsie carrabili e con lo stesso senso di marcia.
 

Per diminuire lo smog ci impegneremo nei prossimi cinque anni a prevedere:
  • l'attivazione di una navetta elettrica o a bio metano che colleghi ogni mezz'ora tutte le parti della città e con i comuni limitrofi, finanziato con gli introiti dei parcheggi in città e con le multe della polizia municipale.
  • un Piano per la mobilità ciclabile;
  • sensi unici “eccetto bici”;
  • eliminazione del parcheggio in piazzetta Trieste.
  • realizzazione di isole pedonali ed aree verdi attrezzate nei quartieri e nelle frazioni.


 PARCHI URBANI IN CENTRO E NELLE PERIFERIE

 Este è caratterizzata per la maggior parte della sua estensione da pochi spazi verdi e da ampie superfici asfaltate ed edificate. L'edificazione prosegue e questi fattori, uniti al traffico e alla vicinanza delle aree industriale e artigianale durante le ondate di calore estive aumentano ulteriormente la temperatura. Da tempo infatti, durante l'estate si crea la cosiddetta isola di calore urbana. Per far fronte al problema, lavoreremo per l'istituzione di una cintura verde (green belt) attorno all'area più urbanizzata del centro. Tutte le città che si sono dotate di questa "cintura" hanno un clima più favorevole perché, in assenza di vento vero e proprio, si forma tra la zona verde, più fresca, e quella cementificata, più calda, un venticello termico. Altrettanto importante è l'intensificazione del verde minore, dai parchi urbani alle alberate. Se a Este ci fossero più piante, più aree verdi, meno impermeabilizzazione del suolo, ci sarebbe un po’ più fresco. È infatti particolarmente efficace l'effetto refrigerante degli alberi che rinfrescano l'ambiente non solo mediante l'evapotraspirazione da parte delle foglie, ma anche attraverso l'ombra proiettata al suolo. Noi pensiamo a due parchi urbani in centro storico: uno in entrata ad Este, area ponte di San Pietro, ed un altro nell'area archeologica di via olmo oggi completamente inutilizzata.  Proponiamo inoltre la creazione di verde urbano in tutti i quartieri e le frazioni. Una area verde con arredo in modo da favorire la socialità nel tempo libero tra generazioni diverse.
A questo ambizioso progetto miriamo ad arrivare attraverso svariati obbiettivi: in primo luogo è di assoluta necessità attuare una programmazione politica finalizzata alla pianificazione sostenibile della componente paesaggistica. È necessario implementare il processo di sviluppo locale sia mediante la valorizzazione delle risorse naturali sia sfruttando le peculiarità culturali del territorio. È di indiscutibile importanza coinvolgere figure professionali che mirano alla green-economy, aumentando le competenze sui vari piani di sviluppo. Altro fattore che ci sta a cuore è la creazione di un percorso partecipativo che porti alla cosiddetta “progettazione condivisa”, una sorta di innovazione sociale che porti ad attuare delle trasformazioni del contesto urbano-paesaggistico da parte delle persone che animano e vivono il territorio. Lo stimolo, il coinvolgimento e la consapevolezza sociale è per noi alla base di tutto.
Per un tangibile miglioramento degli spazi verdi urbani e quindi del paesaggio porremo particolare attenzione, alla tutela delle peculiarità storico-architettoniche del territorio estense; non a caso pensiamo che la qualità del paesaggio è correlata alla tutela dei territori in grado di mantenere beni e servizi funzionali al benessere dell’ambiente e dell’uomo. Crediamo fortemente che l’impatto delle azioni antropiche debba essere drasticamente limitato in modo tale da garantire un corretto e continuo evolversi delle dinamiche ecologiche; per evitare la perdita di funzioni e la conseguente riduzione e/o alterazione della qualità delle risorse e dei servizi ecosistemici (qualità dell’acqua, qualità dell’aria, assorbimento di CO2, protezione del suolo, materie prime, servizi ricreativi e culturali, etc.).

Il nostro impegno sarà approvare una variante urbanistica per il verde entro la fine del 2017.

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
 

Il rapporto 2015 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sulla qualità dell’aria evidenzia che il riscaldamento abitativo contribuisce per circa il 40% al PM 10 e per più del 50% al PM2,5. Misure di stimolo al risparmio energetico negli edifici diventano così improrogabili, soprattutto per creare un nuovo volano per il settore edilizio basato sulla riconversione energetica del parco immobili esistente e non sulla cementificazione di nuovo territorio.
Il mercato attuale propone ormai numerose tecnologie per la costruzione di nuovi edifici a bassissimo consumo, oltre alla possibilità di intervenire sugli edifici esistenti con modifiche e complementi strutturali i più vari possibili (coibentazioni, isolamenti, schermature solari…). Il tutto con la garanzia di giungere ad un livello di comfort davvero notevole ed un risparmio in termini di costi di bolletta piuttosto sensibili.
Da evidenziare che le agevolazioni fiscali, confermate anche per il 2016, rendono le eventuali spese di riqualificazione energetica un ottimo investimento in termini di rimborso. Ci sono anche meccanismi di agevolazione fiscale che rendono più conveniente la riqualificazione energetica soprattutto nei condomìni, in quanto consentono ai condòmini di cedere la propria quota di detrazione alle imprese coinvolte nella realizzazione degli interventi. Ciò permette di ottenere così uno sconto immediato.
Possiamo pertanto affermare che la riqualificazione energetica degli edifici permette di rivalutare commercialmente il patrimonio edilizio esistente contribuendo, inoltre, a garantire la tutela del paesaggio grazie alla salvaguardia del suolo libero esistente, limitando così la costante tendenza alla cementificazione esasperata. L’ICI e le eventuali future tasse ‘federaliste’ comunali sugli immobili andranno modulate tenendo conto della classe energetica dell’edificio (così come, giustamente, il bollo auto dipende dalla categoria Euro I-V dell’automobile). Parimenti anche la tassa sui rifiuti dovrebbe tenere conto della classe energetica dell’edificio.

STOP AL CONSUMO DI SUOLO
 

Stop al consumo di suolo ed al contempo impegno per il miglioramento della capacità di drenaggio delle aree impermeabilizzate convertendo un'area asfaltata , ad esempio, un parcheggio, in una pavimentazione maggiormente permeabile che permetta un migliore drenaggio delle acque piovane, limitando e drenando il loro reflusso in rete fognaria e diminuendo così il rischio di allagamenti.
Promuoviamo sistemi di raccolta delle acque piovane che, se raccolte, possono diventare una risorsa. Filtrata e conservata può essere impiegata per diversi usi come lo scarico dei WC e l'irrigazione di aree verdi.

SESA E GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI


Per una gestione sostenibile dei rifiuti basterebbe semplicemente rispettare la normativa vigente e le direttive europee, favorire la tutela della salute umana e dell'ambiente mediante una completa esclusione dell'incenerimento (sotto qualunque forma) e un progressivo abbandono dei conferimenti in discarica.
Questi obiettivi sono raggiungibili attraverso: 1) la razionalizzazione dei consumi, evitando spinte consumistiche non basati sui fabbisogni reali (eliminazione degli sprechi); 2) il rispetto e l'incentivazione della gerarchia dei rifiuti prevista dalla normativa Comunitaria e statale; 3) L'eliminazione di qualunque forma di incentivazione economica ad impianti che utilizzino processi di combustione dei rifiuti e, viceversa, l'incentivazione di tutte le iniziative volte a promuovere le prime azioni della gerarchia indicata dalla normativa comunitaria nella gestione dei rifiuti, quali: a) iniziative per la riduzione della produzione dei rifiuti (es. disincentivazione teriffaria e commerciale dei prodotti “usa e getta” e dell'uso di imballaggi, vendita alla spina, centri per la riparazione e il riuso, compostaggio domestico, selezione di tecniche produttive di assemblaggio e di materiali finalizzati al recupero a fine uso, etc.); b) utilizzo e incentivazione di tecniche di separazione e differenziazione alla fonte dei materiali, anche attraverso campagne informative ed educative; c) agevolazioni fiscali e incentivi di avvio all'impresa per forme imprenditoriali finalizzate al recupero di materia. 4) La realizzazione di una adeguata impiantistica alternativa a discariche e inceneritori, finalizzata a preferire il recupero di materia rispetto a quello di energia (impianti di compostaggio aerobico tradizionale, impianti di separazione “a freddo”, impianti di estrusione a freddo del secco indifferenziato); 5) La totale reimmissione nei cicli produttivi dei materiali recuperati; 6) La messa in atto di incentivi fiscali per utenze domestiche e non, finalizzati alla riduzione della produzione di rifiuti e al miglioramento della raccolta differenziata, come ad esempio, la tariffazione puntuale (si paga in maniera proporzionale alla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti) e agevolazioni per il compostaggio domestico; 6) La promozione e il sostegno della ricerca e dello sviluppo tecnologico finalizzati alla prevenzione dei rifiuti ( come definita dalla Direttiva 2008/89/CE), alla riprogettazione industriale di oggetti non recuperabili/riciclabili/compostabili e al miglioramento continuo della filiera post-raccolta, finalizzata al recupero di materia (separazione, riuso, riciclaggio,compostaggio).
Cercare di portare la S.E.S.A. al rispetto di questo nostro programma è un nostro obiettivo primario, obiettivo che già nel corso di questi anni abbiamo perseguito con una costante e puntuale denuncia delle criticità ambientali che il “metodo S.E.S.A.” di smaltimento dei rifiuti ha creato e crea nel nostro territorio.

CULTURA 


Le risorse per i comuni sono andate calando in questi anni. Ma gli enti locali hanno una importante risorsa: quella immobiliare. La prima richiesta delle esperienze culturali più giovani è avere spazi. La cultura è questione di scelte. Esistono le collaborazioni con fondazioni private, ma il soggetto pubblico deve avere il ruolo guida rispetto alle priorità.
Deve essere compito della amministrazione, inoltre, attivare il contributo delle imprese nel sostegno della cultura. Attraverso il credito d’imposta ArtBonus e altre agevolazioni fiscali a disposizione degli investitori bisogna dare nuovo impulso al mecenatismo privato e alle relazioni tra imprese ed enti pubblici per la valorizzazione dei beni culturali.
Centrale il ruolo di responsabilità sociale che tali investimenti sottintendono: l’arte non è solo un bene rifugio ma anche uno strumento di cura del territorio e del tessuto sociale in cui operano i diversi soggetti tra cui gli imprenditori.

UNA RESIDENZA INTERNAZIONALE PER ARTISTI
 

Riteniamo che Este possa rivendicare, grazie alla sua storia e alla sua posizione geografica, un ruolo incisivo nel panorama culturale veneto. Non è difficile immaginarla come luogo ideale per una residenza artistica vista la sua centralità geografico-territoriale rispetto a città di cultura antica come Verona, Padova, Venezia, Ferrara, Bologna, Mantova...
Crediamo si possano ripensare e riqualificare delle strutture storico-artistiche (in particolare pensiamo all'Accademia dell'Artigianato) per donare loro nuova vita attraverso un programma di accoglienza e laboratori culturali. Una residenza artistica creerebbe un circolo virtuoso all’interno del quale, oltre allo scambio tra la comunità di cittadini e gli artisti, si favorirebbe l’incontro tra artisti di diverse provenienze e discipline, rendendo il luogo della residenza uno spazio di produzione di eventi e opere unici.

La residenza poi, concorrerebbe in maniera significativa alla creazione di un pubblico responsabile e consapevole grazie all’incontro con gli artisti che, PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO E presentando il proprio lavoro, illustrerebbero i propri processi creativi ed avrebbero la possibilità di confrontarsi con un pubblico che non sarebbe più soltanto fruitore dell'opera prodotta, ma diventerebbe un interlocutore attento e sensibile in quanto partecipe all’atto della creazione.
Un programma di residenza artistica a Este valorizzerebbe dunque la nostra città non solo a livello locale e nazionale ma la porterebbe ad essere conosciuta a livello internazionale.
Per far sì che questa proposta diventi realtà e si mantenga attiva nel tempo il comune dovrebbe mettere a disposizione persone competenti al reperimento di fondi per la cultura che oggi si presentano sempre più sotto forma di progetti annuali (promossi da fondazioni private) e piani pluriennali europei.
Se sfruttata al meglio, l'apertura e il mantenimento di una residenza artistica apporterebbe una ricchezza culturale continuativa e di alti livelli. La struttura potrebbe inoltre accogliere e favorire l'interazione con altre identità culturali fondamentali del nostro territorio (associazioni, gruppi di discussione...).
Il primo passo per attuare una proposta di questo tipo sarà quello di trovare un locale adatto ad ospitare un programma di residenza. Il censimento di centinaia di edifici, pubblici e privati, commerciali e industriali abbandonati o in stato di degrado realizzato dalla sede atestina di Legambiente (il “Grande vuoto”) potrebbe essere la base da cui partire per individuare uno o più luoghi in cui realizzare concretamente la proposta di costituzione di una residenza.
Oltre a riqualificare alcuni edifici, l'apertura di un luogo culturale di questa portata porterebbe all'eventuale creazione di posti lavoro: la residenza dovrebbe, infatti, essere gestita da professionisti preparati e competenti. L'Italia è ancora il paese dove la formazione culturale umanistica universitaria mantiene degli alti livelli ed è piena di giovani che, appassionati alla materia, hanno voluto investire studi e futuro in questo campo particolare: la nostra proposta vuole valorizzare e proporre, dunque, anche delle possibilità lavorative su suolo nazionale in un paese che oggi perde costantemente professionisti culturali a causa della mancanza di fondi e investimenti in questo campo.

PARCO LETTERARIO DELLA COLLINA ATESTINA

Proponiamo l'attivazione di un parco letterario. Este é stato un centro letterario di grande spessore grazie al mecenatismo di Azzo VI d'Este, primo signore di Ferrara nel 1196. Presso la sua corte passarono, infatti, giullari e trovatori di tutta Europa e sua figlia Beatrice, bellissima fanciulla votata alla vita conventuale, che ispirò i versi di numerosi uomini.
Este fu abitata sin dall'età del ferro, ma si spopolò in seguito alle invasioni dei barbari. Solamente quando la casata degli Este prese possesso della città, questa tornò a rivivere e la sua prosperità crebbe anche sotto il successivo dominio veneziano.
Attorno alla città di Este gravitarono le figure di grandi intellettuali e artisti, come Alvise Cornaro, generoso mecenate di Padova per cui lavorarono Angelo Beolco, detto il Ruzante, e l'architetto Giovanni Maria Falconetto, che costruirà per lui Villa Cornaro, a Este, e sarà incaricato del progetto di Villa dei Vescovi, a Luvigliano.
Nell'ottocento, invece, soggiornarono sui colli attorno alla città lo scrittore Shelley con la moglie Mary Shelley, autrice del famoso Frankestein, e il poeta Byron.
Da inserire nel Parco vi sono il castello, di epoca medievale, Villa Mocenigo, che ospita il Museo Nazionale Atestino, e un'altra villa notevole: Vigna Contarena.

Per quanto riguarda l'architettura religiosa da inserire il Duomo e la Basilica di Santa Maria delle Grazie.

PARCO ARCHEOLOGICO

Ad ESTE vi é la più importante ed estesa necropoli paleoveneta che si estende da via santo Stefano fino a villa Benvenuti e Vigna Contaregna. Vi sono poi le importanti vestigia romane che si possono ammirare tra via Augustea e via Tiro a Segno. Ci sono pertanto le condizioni e le premesse per dare il via ad un importante parco Archeologico che favorirebbe il turismo e con esso notevoli ricadute economiche sul commercio, il settore alberghiero. Potrebbe incrementare infine l'occupazione giovanile della zona.

LAVORO E LOTTA ALLA POVERTÀ

Nel nostro territorio  la crisi ha colpito più che mai. Tra il 2009 e il 2015 l’Estense ha perso il 4,8% degli insediamenti produttivi contro una media provinciale che invece ha visto un valore positivo dello 0,3%. I settori più colpiti sono stati quello delle costruzioni (-13,5%, -13,7%, -16,5% contro una media padovana del -9,8%) e del legno. A livello di cementerie, è bene ricordare che nel 2007 i lavoratori di Cementizillo erano 162. La disoccupazione in provincia di Padova si assesta sul 7%, nella Bassa padovana è oltre che doppia e tocca il 16%

 Senza investimenti pubblici e privati non ci sono possibilità di tornare a crescere, a creare occupazione e benessere diffuso. Sarà determinante a questo proposito il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo economico. Nella crisi dobbiamo dare risposte a chi è disperato a causa di essa. Abbiamo bisogno di nuove idee, di identità forte. Sono numerosi ad Este operai, partite iva e imprenditori delle start up, anziani con la pensione minima e studenti senza borsa di studio, ventenni nel limbo della garanzia giovani e artigiani vessati dall'assenza di welfare e dall'ingiustizia fiscale, disoccupati di lunga durata incollocabili. I nostri giovani sono migranti per scelta e per obbligo, costretti a cercare opportunità d’impiego e di reddito nelle città d'Europa.
Tra le nostre proposte la realizzazione della banca della terra ovvero l'affidamento dei terreni pubblici incolti a chi li vuole coltivare.
Esistono "Empori della Solidarietà” dove  indigenti possono fare la spesa senza pagare, realtà gestite da associazioni selezionate tramite bandi pubblici. Questa è l’assistenza ai poveri efficace, partecipata e sostenibile nel lungo termine
Il “Banco Alimentare” è anch’esso un meccanismo virtuoso che coinvolge realtà regionali ed enti caritativi, raggiunge un milione mezzo di bisognosi. Si tratta di
misure da promuovere, coordinare e continuare a Este non solo come strumento di solidarietà che fa fronte alle necessità dei poveri ma anche come modo per evitare sprechi di denaro.
 Infine per fornire opportunità di lavoro il comune deve prevedere un ufficio dotato di  personale opportunamente formato che si dedichi al reperimento di fondi europei destinati a progetti di associazioni e cooperative private così come ad enti pubblici.
Affidamento dei terreni comunali a chi li vuole coltivare
Spazi comunali da destinare ad associazioni e progetti presentati dai giovani.

LE FRAZIONI ED I QUARTIERI

Nelle frazioni bisogna promuovere networking, sostenere innovazione sociale. Una strategia che prende la forma del laboratorio di quartiere, di imprese di comunità che operano sui terreni del lavoro e della coesione sociale. L'amministrazione deve promuovere community hub, che sono spazi ibridi, di servizio e di produzione, di informazione e co-creazione, per la creatività e la coesione sociale.
L'ente locale insomma può promuovere piattaforma di comunità in alcune zone. In altre occasioni, sono associazioni, cooperative, imprese sociali che, avvicinandosi alle periferie vi si stabiliscono e sviluppano nuovi modelli di business creando spazi multifunzionali con laboratori artigianali, attività di ristorazione e servizi per il quartiere, co-working, per favorire l’integrazione tra attività commerciali, produttive e servizi per la socialità, generare inclusione e lavoro.

MIGRANTI

Il fenomeno delle migrazioni viene strumentalizzato e rappresentato come una questione di ordine pubblico, di degrado e criminalità, prestando così il fianco alla diffusione di derive razziste e xenofobe nelle nostre città.

 Un fenomeno che si sta dimostrando inarrestabile poiché nessun filo spinato è in grado di fermare una fuga dalle miserie e dalle guerre: se ancora oggi migliaia di persone scelgono di imbarcarsi su mezzi di fortuna attraverso una rotta che è il cimitero a cielo aperto più grande d’Europa, il Mediterraneo – che solo nel 2015 ha portato alla morte di 3.000 migranti, ciò avviene dal momento che non esistono vie legali all’immigrazione in Europa.
E dobbiamo riconoscere che chiudere le frontiere non significa arginare l’immigrazione, ma creare nuovi clandestini, nuova marginalità economica e sociale.
La politica di gestione dei flussi migratori dell'Europa è improntata al respingimento, all’esternalizzazione delle frontiere e alla militarizzazione, alla costruzione strategica di uno stato d’eccezione e di una retorica emergenziale funzionale agli interessi politici ed economici.
In questo scenario, la figura che è doppiamente colpita e attaccata è proprio quella del migrante, da una parte respinto dalla chiusura delle frontiere e dall’altra dalla demonizzazione xenofoba, che arriva ad affiancare la sua figura addirittura alla minaccia terroristica, omettendo la possibilità di comprendere come questi popoli stiano fuggendo da paesi devastati da anni di politiche neocoloniali e di lotta per le risorse economiche, paesi in cui non ci sono case in cui tornare o in cui essere aiutati, zone del mondo in cui il terrore e l’insicurezza che abbiamo vissuto dopo gli attentati di Parigi o di Bruxelles sono orrori e tragedie quotidiane, popoli che fuggono quindi da un odio che è simile a quello speculare che impongono le destre xenofobe in Europa, e che sono rivolte contro gli stessi soggetti, quelli deboli, subalterni, che subiscono queste dinamiche politiche ed economiche.
Per questo respingiamo gli allarmi diffusi dalla propaganda razzista e xenofoba, che strumentalizzano i terreni della crisi economica cavalcando la retorica dei “favoritismi sociali” nei confronti dei migranti a discapito di milioni di italiani che vivono in povertà. Stereotipi falsi ed inadatti a raccontare una realtà in cui non esistono sistemi di accoglienza ma schedature, lavori sottopagati e senza diritti, rimpatri e clausure inumane all’interno dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione).

Vogliamo ricostruire una cultura aperta in grado di valorizzare le differenze e costruire uguaglianza senza ridurre ogni diversità ad un’uniformità, sintomo di una società bloccata ed incapace di innovarsi, senza storia e senza futuro.
Nei prossimi cinque anni dobbiamo diffondere una altra cultura solidale e dell’accoglienza in grado di determinare nella nostra città un modello sociale fondato sulla valorizzazione e la contaminazione delle differenze, sulla solidarietà, la sostenibilità e la pace.

SCUOLA E MENSE SCOLASTICHE BIO O A KM 0

Oggi le mense sono viste come un problema per il Comune e per le famiglie; per il Comune perché il costo del servizio è sempre più difficile da sostenere senza ricorrere all’aumento della spesa a carico delle famiglie; per le famiglie perché a fronte di un aumento di spesa esse sono sempre più dubbiose sulla qualità e provenienza del cibo che viene dato ai loro figli. Questo approccio va rovesciato, è possibile vedere le mense scolastiche come un’opportunità per tutta la comunità e non come un problema.
Le parole d’ordine sono 2: km 0 e politiche di comunità.
Le mense scolastiche devono diventare il canale di sbocco principale dei prodotti della nostra terra. Il Comune e le famiglie devono organizzarsi da un lato garantendo la salute dei bambini, dall’altro favorendo l’economia locale.
L’occupazione che si può generare nella nostra città facendo diventare le mense a km 0 è enorme. E’ possibile generare, con costi quasi nulli per la comunità, un albo certificato di fornitori di prodotti agricoli e alimentari a km 0 (e in % via via crescente anche biologici) per le mense comunali. Sarà possibile ottenere dai fornitori certificati un ‘prezzo politico’ mediante facilitazioni di altro tipo, che renderanno questo tipo di contratto conveniente:



  • essere fornitori certificati delle scuole sarà garanzia di qualità dei prodotti che fuori dal canale scuola potranno essere venduti con marginalità più elevate (una parte del mancato guadagno diventa un investimento in ‘marketing’);
  • avere un contratto certo consentirà ai produttori di abbattere i costi di vendita;
  • i fornitori potranno promuovere le loro imprese agricole ed alimentari presso le famiglie dei bambini;
  • avere un canale alternativo di vendita (quello delle mense scolastiche) rispetto a quello dei tradizionali grossisti consentirà ai produttori di avere con questi un maggior potere contrattuale
  • il Comune può pensare a forme di incentivazione per i fornitori certificati per aprire banchetti o punti vendita diretti in città;
  • la maggior parte dei fornitori a km 0 saranno fuori dal Comune di Este ma in Provincia di Padova.
Per la distribuzione e l’erogazione del servizio di mensa vero e proprio si dovrà uscirà dala logica della gara unic e andare verso gare più piccole dove possano partecipare ad esempio cooperative sociali organizzate (in questo caso potrebbero esserci anche ‘cucine di quartiere’ dove la cooperativa cucina e serve i pasti entro un raggio di pochi chilometri, garantendo la freschezza del cibo preparato).
Per mantenere basso il costo anche della distribuzione ed erogazione del servizio le cooperative o società potranno avvalersi dell’aiuto, a costo zero, dei ‘nonni-in-servizio’ che copriranno una parte di costi con prestazioni volontarie a beneficio dei loro nipoti e della loro comunità. Tutto ciò è economicamente sostenibile, bisogna saperlo organizzare.
Per quanto concerne le scuole elementari la nostra lista si impegnerà per una estensione del dopo scuola in alcuni plessi cittadini.

CASA

La speculazione edilizia e gli alti affitti sono tra le cause maggiori del progressivo spopolamento della città. É necessario un efficace controllo sulle dinamiche edilizie private da parte dell'amministrazione comunale che favorisca il ripopolamento cittadino. Gli strumenti potrebbero essere una maggiore fiscalità sugli immobili chiusi o lasciati al degrado che spinga i proprietari alla ristrutturazione e ad affittare a prezzi più contenuti i propri edifici chiusi o abbandonati.

POLITICHE DI GENERE

Favoriremo con incentivi l'occupazione femminile istituendo inoltre meccanismi mirati alla cultura della uguaglianza tra i sessi, contro la violenza sulle donne. Parità di genere in tutti gli organismi di rappresentanza.
Città a misura di donna con orari flessibili negli uffici comunali e nei negozi.

VOLONTARIATO CIVICO
 

Adotteremo un Regolamento sui rapporti tra la Amministrazione comunale e le associazioni che si rendono disponibili ad avviare attività di cura dei beni comuni. Il fine del regolamento è il coordinamento delle attività degli operatori comunali con gli interventi dei volontari. Il Regolamento dovrà anche prevedere la forma di finanziamento pubblico che può assumere diverse forme: a progetto, fornitura di materiali, supporto assicurativo, esonero o limitazione per i volontari di parti di tassazione comunale.

I NOSTRI AMICI ANIMALI

Ogni animale va considerato come essere dotato di diritti e propria autonoma sensibilità. Serve promuovere educazione nelle scuola e per Este prevedere una o più aree di sgambamento per gli animali domestici, in particolare i cani.

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